Lavoro stagionale-la guida e figure più ricercate

Il lavoro stagionale: tutto quello che devi sapere e le figure più ricercate

Inizia ora il periodo dei picchi di lavoro estivi e, con esso, la richiesta di figure professionali, inquadrate con contratto di lavoro stagionale a tempo determinato.

Si tratta di un accordo particolare tra datore di lavoro e dipendente, che si realizza solo in alcuni periodi dell’anno, soprattutto in estate, per l’appunto.

Le aziende avranno bisogno di una maggiore flessibilità per quanto riguarda le loro attività e l’organico che se ne occupa. Pensiamo, ad esempio, agli stabilimenti balneari d’estate, agli hotel nei periodi di vacanza più comuni o alle aziende che necessitano di copertura del personale in ferie.

Scopri la nostra guida per capire come funziona il contratto di lavoro stagionale, le differenze da un contratto a tempo determinato ordinario, le proroghe e le figure più ricercate.

Il contratto di lavoro stagionale: come nasce

Per seguire le esigenze lavorative legate ai picchi di attività in alcuni periodi dell’anno, la normativa ha rivisto l’ordinario contratto a tempo determinato, applicandovi una serie di deroghe dedicate proprio ai lavoratori stagionali.

Nasce, così, il contratto di lavoro stagionale – recentemente modificato dal Decreto Dignità (D.L. n. 87/2018 convertito con modificazioni in L. n. 96/2018).

Prosegui per scoprire le differenze più importanti tra il contratto di lavoro stagionale e il contratto a tempo determinato ordinario.

Il contratto di lavoro stagionale: durata, rinnovi e proroghe 

A differenza del contratto a tempo determinato ordinario, il contratto di lavoro stagionale non è suggetto ad una durata massima. Il primo, infatti, prevede un numero massimo di 24 mesi, dopo i quali deve necessariamente trasformarsi in una rapporto lavorativo a tempo indeterminato, se vi sono necessità di superare tale limite.

Il contratto stagionale, invece, non prevede nulla di tutto ciò, grazie alla sua natura specifica.

Nella lettera di assunzione di un lavoratore stagionale, quindi, troveremo infatti l’indicazione della durata, com’è naturale in tutti i contratti a termine, ma senza il limite di 24 mesi.

Ma c’è di più: se tra le due parti sono intercorsi sia rapporti a termine ordinari che stagionali, questi ultimi non vengono conteggiati per il raggiungimento del limite dei 24 mesi previsti per i primi.

Altra differenza sostanziale tra contratto a tempo determinato ordinario e lavoro stagionale è la causale: per questi ultimi, infatti, rinnovo e proroga possono essere acausali.

In questo caso la causale, infatti, sarà la stagionalità stessa e non una delle due previste dal contratto a tempo determinato ordinario (ossia, esigenze temporanee e oggettive e esigenze connesse a incrementi temporanei.).

Periodi di stacco nel lavoro stagionale

Il contratto di lavoro stagionale non prevede un lasso di tempo che debba trascorrere tra la fine del primo rapporto e l’inizio del secondo. Nei contratti a termpo a tempo determinato ordinario, invece, il periodo di stacco viene definito come segue:

Devono passare almeno 10 giorni di calendario nel caso in cui il primo contratto sia stato inferiore ai 6 mesi; almeno 20 giorni di calendario se il primo contratto è durato più di 6 mesi. 

Le figure maggiormente ricercate

Ogni anno, a partire dal mese di maggio e nelle zone maggiormente turistiche e di villeggiatura, assistiamo alla crescita di domanda di figure come:

  • Camerieri
  • Assistenti in cucina
  • Addetti alla reception degli alberghi
  • Baristi
  • Commessi nelle località di villeggiatura

Anche le aziende, come abbiamo accennato, hanno picchi di richieste di figure specifiche, volte soprattutto alle sostituzioni, proprio del personale in ferie. Ogni anno, sempre nel mese di maggio, assistiamo a ricerche in grandi numeri soprattutto per organizzazioni dei settori:

  • Metalmeccanico
  • Commercio e GDO
  • Logistico
  • Alimentare
  • Call center

È bene conoscere il tipo di contratto e tutto ciò che lo regola, così da essere preparato!


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